La regola dei terzi è forse la più conosciuta regola di composizione fotografica.
E questo per tre semplici motivi:
Ora, diverse macchine fotografiche digitali presentano una visione, sia nel mirino che sullo schermo LCD, con una griglia già pre-impostata secondo la regola dei terzi, in maniera tale che ti sia ancora più facile utilizzarla.
Tuttavia credo che, ai fini di una buona fotografia, comprendere esattamente cosa è e come funziona la regola dei terzi sia più importante che avere 4 linee nel tuo mirino e nel tuo schermo LCD.
In questo articolo dunque vedremo insieme:
La regola dei terzi è una linea guida di composizione delle immagini che prevede di dividere il campo fotografico attraverso:
L’intersezione di queste linee crea 9 spazi di identica dimensione, come nello schema qui sotto.
N.B: La cosa funziona anche se la foto è orientata verticalmente invece che orizzontalmente. Basta che ruoti di 90 gradi l’immagine qui sopra per rendertene conto.
Le linee verticali e orizzontali si chiamano “linee di forza“.
I 4 punti rossi che ho evidenziato li puoi trovare di volta di volta indicati come “fuochi“, “punti di interesse“, “punti di forza” etc.
Quello che importa però, al di là del nome, è che
Quindi, aree di interesse e percorsi di esplorazione …
E sono esattamente questi gli aspetti della regola dei terzi che devi sfruttare nella composizione della tua fotografia.
Molto semplicemente:
Quando il soggetto è collocato semplicemente al centro, la fotografia tende ad essere più statica ed armonica.
Purtroppo però, esattamente come nella vita reale, è più difficile trovare interesse nell’armonia che nel contrasto.
Quando invece decentri il soggetto principale su uno dei punti focali, lasciando allo stesso tempo uno spazio più “vuoto” su un lato, sbilanci l’immagine creando un contrasto visivo che il tuo occhio cercherà di risolvere senza riuscire a farlo.
Infatti, quando guarda una immagine composta con la regola dei terzi, lo spettatore:
La regola dei terzi quindi, decentrando i soggetti, evita all’occhio di fermarsi, e in qualche maniera lo provoca ad esplorare l’intera immagine.
Lo sguardo diventa allora dinamico, perché lo spettatore salta continuamente dal soggetto principale alla periferia.
Per vedere in pratica ciò di cui abbiamo appena parlato, ho costruito una serie di esempi applicandoli a situazioni di scatto tipiche: paesaggio, ritratto e still life.
Vediamole insieme:
Normalmente, quando applichi la regola ai paesaggi, più che i punti di forza sfrutti le linee.
Nel farlo, ricorda che:
Credo che le due foto affiancate qui sotto siano un ottimo esempio della enorme differenza fra le due situazioni!
Naturalmente, è anche possibile sfruttare i punti di forza!
Nella fotografia qui sotto per esempio, nuvole-cielo-terra suddividono orizzontalmente la foto in tre piani uguali, tutti con lo stesso “peso”.
Viene dunque applicata la regola dei terzi per le linee, con l’obiettivo in questo caso di creare una suddivisione armonica.
Nella stessa fotografia però, il grande albero sulla sinistra è un buon esempio di composizione con la regola dei terzi in cui un elemento principale si trova in un punto di forza, a sbilanciare l’immagine.
Nei ritratti, normalmente, devi prendere come punto di interesse da collocare secondo la regola dei terzi gli occhi del soggetto.
Guarda le due foto qui sotto: sono entrambe certamente non straordinarie.
Tuttavia, quella della nonna è di gran lunga migliore grazie al fatto che il viso occupa una porzione più grande dell’inquadratura, e gli occhi sono decentrati verso un punto focale in alto a sinistra. (Inoltre, il fotografo usa un altro tipico trucchetto della composizione nel ritratto: inquadra il viso grazie alla mano su un lato).
Quella col ragazzo a centro invece (anche se gli occhi sono allineati sulla linea orizzontale superiore dell’ipotetica griglia dei terzi), è semplicemente tremenda.
Ed assomiglia purtroppo al 90% dei ritratti fotografici che vedo fatti da chi non sa nulla di composizione fotografica.
Dal mio punto di vista comunque, soprattutto nel ritratto la regola dei terzi non è affatto inviolabile.
La Gioconda di Leonardo per esempio è perfettamente al centro del quadro che la rappresenta.
L’interesse della Gioconda dipende in questo caso dall’armonia totale che deriva da un’altra regola di composizione, quella della proporzione aurea. Ma questo è un altro discorso che vedremo separatamente.
Per fare invece un esempio più modesto, nonostante la ragazza qui sotto sia praticamente al centro, la foto è comunque resa interessante:
Questo giusto per sottolineare che con le regole, una volta che le hai imparate, puoi giocarci. E anche romperle se lo ritieni opportuno.
Anche la semplice foto di un oggetto inanimato (quello che in fotografia si definisce “still life”) può cambiare radicalmente grazie ad un po’ di composizione fotografica.
Nell’esempio qui sotto:
Il risultato è una foto tanto semplice quanto interessante: non solo relativamente agli oggetti rappresentati, ma anche rispetto allo spazio vuoto individuato al centro grazie alla felice scelta compositiva del fotografo.
Dimmi se nel guardare la foto non ti capita, come ti avevo detto nella parte teorica, di scappare continuamente con gli occhi verso destra!
Ora, immagina se le posate fossero al centro …
Anzi, copri proprio con la mano un pezzo della foto, in maniera che le posate appaiano al centro dell’immagine che rimane: potrai notare che la foto, non più composta con la regola dei terzi, ha già perso dinamicità e interesse.
La regola dei terzi è la prima e più famosa regola di composizione; quindi è importante che tu la sappia applicare alla perfezione.
Questo ti permetterà di:
Non avere fretta però. Come ho detto, le regole è bene romperle una volta che si conoscono.
E quando lo vorrai fare, ti consiglio di leggere, anche se in inglese, il bellissimo articolo 10 myths about the rule of the thirds, che ti permetterà di capire come le regole di composizione in fotografia:
Intanto, ti lascio tre semplici esercizi per approfondire la regola dei terzi:
Questo primo esercizio consiste nell’analisi di foto altrui, possibilmente di grandi fotografi (Salgado, Cartier-Bresson, McCurry):
Il secondo esercizio ti farà rivalutare qualcuna delle tue vecchie composizioni fotografiche:
Il terzo esercizio è, ovviamente, prendere la tua macchina fotografica e metterti a scattare. L’unica cosa importante però, è che lo devi fare solo dopo aver fatto i primi due esercizi!
Infatti questo schema di esercizi sulla regola dei terzi è quello che devi sempre usare per migliorare la tua tecnica fotografica:
Nelle grandi scuole di fotografia c’è poi un quarto passo: il feedback sui tuoi scatti che ti viene dato dall’insegnante.
Quella dei terzi non è che solo una fra le molte regole della composizione fotografica.
E ovviamente ha, come tutte le regole, anche dei grossi limiti.
Uno è che, per esempio, quando vuoi creare grande contrasto non è sufficiente andare sui fuochi, ma devi cercare posizioni ancora più decentrate. I fuochi e le linee rimarranno quindi a fare da punto di riferimento, ma solo per andare oltre essi.
Il suo più grande difetto però, secondo me si manifesta quando la foto diventa più “articolata” e complessa.
E’ vero infatti che la composizione fotografica richiede semplicità, ma non puoi sempre fotografare due posate, o un albero, con niente a lato.
Ed inevitabilmente capita di dover comporre in una immagine più soggetti che meritano interesse, e che devono essere fatti interagire fra di loro con eleganza e coerenza.
E come te la cavi, allora, solo con la regola dei terzi?
Per questo è importante conoscere non solo una, ma tutte le principali regole di composizione! Ma di questo ne parleremo un’altra volta….