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LA PROFONDITA' DI CAMPO

DEFINIZIONE: 

La profondità di campo in fotografia è la distanza tra un piano visivo davanti ed uno dietro, al soggetto su cui si è messo a fuoco; essa delimita l'area che rimane nitida (a fuoco) sulla fotografia che si ottiene.

La profondità di campo (PdC), può essere corta oppure estesa a seconda che sia vicina al punto di messa a fuoco oppure molto distante rispetto a quest'ultimo. 

A cosa serve conoscerla e perchè la si deve valutare ai fini dello scatto fotografico lo si può capire guardando queste due immagini di esempio:


(1)

  (2)

La scena è la stessa e la messa a fuoco è stata effettuata sul "cavallo", in entrambe le foto, . Tuttavia, la foto (1) ha restituito una PdC limitata e quindi corta rispetto alla PdC che nella foto (2) si estende a tutta l'area della scacchiera.

La profondità di campo, possiamo quindi affermare, che è un elemento molto importante ed interessante dal punto di vista della composizione, poichè ci permette di limitare la scena e quindi gli occhi di chi osserva, ad un punto specifico dell'immagine oppure estenderla fino al limite del percettibile. 

Ecco perchè ad esempio in un ritratto si utilizza generalmente una PdC corta.. per limitare l'osservazione al volto del soggetto


mentre in una foto di paesaggio la PdC è generalemnte lunga, in modo da fare cogliere a chi la guarda, tutti gli elementi che compongono la scena... fino all'orizzonte

COME SI CALCOLA la PdC : 

Quando siamo fisicamente in campo, sarebbe pratico poter calcolare con una certa approssimazione la PdC, in modo da riuscire ad evere sotto controllo la nitidezza e lo sfuocato, nella scena che stiamo riprendendo.

La PdC si calcola, tenendo conto delle seguenti variabili :

  • Dimensioni del sensore
  • Lunghezza focale dell'ottica che stiamo utilizzando
  • Distanza del soggetto su cui si mete a fuoco
  • Apertura f del diaframma 

e purtroppo Il "calcolo" matematico è tutt'altro che immediato, se lo si vuole effettuare a mente.

Un pò semplificato assomiglia a qualcosa del genere:

dove

  • Dl e Dv sono rispettivamente la distanza della zona nitida dietro e davanti al punto di messa a fuoco
  • S è la distanza tra il soggetto ed il piano focale della macchina 
  • F è la lunghezza de focale dell'obiettivo 
  • I è la distanza Iperfocale

dove

  • F è la lunghezza de focale dell'obiettivo 
  • N è il numero di apertura del diaframma
  • c è il diametro del circolo di confusione (questo termine verrà descritto in un successivo articolo)

lo si applica alle formule precedenti secondo una tabella tipo questa:

DALLA TEORIA ALLA PRATICA:

Tuttavia, ci sono degli accorgimenti che in linea di massima ci possono aiutare nel nostro intento.

Sulla profondità di campo è fondamentale ricordare e sapere bene che: 

  • Non è vero che: si estende in modo universale all'incirca per un terzo davanti e per due terzi dietro al soggetto che mettiamo a fuoco così come riportano molti siti:

Sarebbe così se fotografassimo entro un raggio molto ritretto di qualche metro, tanto è vero che se il soggetto messo a fuoco è molto vicino, la distribuzione del "campo nitido" è praticamente simmetrica al piano di messa a fuoco, mentre se il soggetto messo a fuoco è molto distante da noi, la distribuzione del "campo nitido" è decisamente spostata verso il piano posteriore. (clicca qui per vedere alcuni esempi)


  • Fotografando dalla stessa distanza e con lo stesso diaframma, un grandangolare ha una PdC maggiore, di un teleobiettivo; 

  • più lontano è il soggetto su cui si mette a fuoco e più aumenta la PdC

  • Se apro il diaframma (numero f piccolo), si riduce la PdC e posso di sfruttare il cosiddetto "fuoco selettivo", molto utile per isolare un soggetto dallo sfondo (utile soprattutto nella ripresa di primi piani). 
  • Se chiudo il diaframma (numero f grande), aumenta la PdC e la messa a fuoco è meno critica, avendo a disposizione un margine di errore più ampio. 

 

MODALITA' OPERATIVA:

Come consiglio per la ricerca della profondità di campo, ci sono sostanzialmente 4 metodi:

  1. Se è presente, potete utilizzare il tasto della fotocamera che consente di chiudere il diaframma dell'obiettivo, al valore impostato. Esempio: Supponiamo di utilizzare un obiettivo con apertura massima f4 e di impostare f/10 per lo scatto, l'obiettivo resterà fisicamente a f/4 fino al momento dello scatto. Nel momento dello scatto, lo specchio si alza, il diaframma si chiude a f/10 e l'otturatore scatta.
    Questo perchè ad ogni stop di apertura si dimezza la luce entrante, che a f/10 sarebbe molto più bassa di f/4, quindi se l'obiettivo venisse chiuso a f/10 prima dello scatto il mirino diventerebbe molto buio e anche il sistema di messa a fuoco non riuscirebbe a funzionare. Quando si inquadra infatti, il diaframma rimane aperto al suo valore maggiore, in modo da fare entrare nel mirino più luce possibile. Purtroppo la maggior parte dei mirini reflex sono piuttosto scuri e rendono difficile una buona interpretazione della PdC, dopo avere premuto l'apposito tasto.

  2. Su alcuni obiettivi è presente una scala che aiuta ad effettuare una valutazione della PdC in base al diaframma impostato e alla distanza di messa a fuoco, alcuni esempi: 

Diaframma f8, fuoco su 10m, la profondità di campo si estende tra 8 e 12m circa

Diaframma f16, fuoco su 10m, la profondità di campo si estende tra 7 e 15m

Diaframma f1,7 fuoco su 3m, la profondità di campo si estende poco prima e poco dopo i 3m

Diaframma di f1,7 fuoco su 2m, la profondità di campo si estende poco prima e poco dopo i 2m

Diaframma f8 fuoco su 2,5m, la profondità di campo si estende fra 2 e 3,5m circa

Negli zoom al posto delle tacchette potreste avere delle curve, in quanto la profondità di campo si riduce anche parecchio con l'aumentare della focale.

Da segnalare inolre che, in molti obiettivi moderni questa scala non esiste più, perchè molti zoom hanno le lenti che si spostano solo internamente ed è quindi difficile rappresentare questa scala.

3. Se si utilizzano quasi sempre le stesse ottiche e per un genere abbastanza predefinito (es. ritratto, o architettura, o paesaggio, ecc) potete realizzare delle tabelle in cui indicate per ogni obiettivo la PdC in base alla distanza del soggetto ed alla apertura del diaframma.

4. La potete calcolare davanti ad ogni situazione, utilizzando carta e penna (un pò scomodo), oppure utilizzando un pc portatile con un foglio excel che avete creato voi (utilizzando le formule riportate ad es. in questo articolo), oppure utilizzando dei piccoli software abbastanza precisi che girano su PC e su telefonini multimediali che potete anche scaricare da internet.

Questo, è uno tra i migliori siti in internet che permettono di calcolare la PdC e di scaricare software a tabelle varie: http://www.dofmaster.com/dofjs.html

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QUESTO SITO È STATO CREATO TRAMITE