Tra le domande più diffuse sulla fotografia digitale ci sono due quesiti che riguardano lo stesso argomento. Uno più pragmatico, come fare foto HDR, l’altro più filosofico (concedetemi il termine): perché fare foto HDR? Ma se la prima domanda ha una risposta univoca, la seconda sfugge alle regole pratiche e cercherò di spiegarla secondo il mio soggettivo punto di vista, l’unico che ho, in fondo.
Partirò quindi dall’annosa domanda: come fare foto HDR?
Ma prima di fare ciò, qualche riga preliminare volta a capire cosa è l’HDR.
HDR è l’acronimo di High Dynamic Range (puoi trovare anche “HDRI”, ovvero high dinamic range imaging) e si usa per definire quelle immagini in cui l’intervallo tonale, quello tra le zone più chiare e le più scure, è più vasto di quello della fotografia “ordinaria”.
Se ti sei chiesto più volte come fare foto HDR, saprai anche che si tratta di quelle immagini super contrastate e spesso così iperrealistiche da sconfinare nel surrealismo. Sì, questo è il rischio a meno che non sia una scelta… artistica.
L’HDR si rivela utile in tutte quelle situazioni in cui la fotocamera fatica a gestire la luce a causa delle differenze molto evidenti tra zone di luce e ombra in una immagine.
In questi casi, o la fotocamera espone correttamente le zone in luce, sottoesponendo quindi le zone d’ombra o viceversa. Questo viene definito “limite di gamma dinamica“.
Questo capita ad esempio quando vogliamo fotografare un paesaggio con il cielo molto luminoso e magari un bosco più scuro: la differenza di gamma dinamica tra il cielo e il bosco salta all’occhio.
Esempio di foto di paesaggio in HDR
Altri esempi di immagini in cui c’è un alto contrasto tra luce ed ombra, e che si prestano all’HDR sono:
Ci sono delle situazioni in cui è sconsigliato, oppure è inutile utilizzare l’HDR:
Esempio di paesaggio HDR
Un’immagine come quella sopra non può che generare subito la domanda “come fare foto HDR” e la riflessione successiva: “perché fare foto HDR?”
Parto dalla risposta più semplice, anche se più articolata.
Un qualunque sensore di una fotocamera digitale, anche il più evoluto e costoso, non è in grado di gestire alla perfezione la gamma dinamica di una scena reale che gli si para davanti all’obiettivo. A differenza dell’occhio umano, che si adatta velocemente alle situazioni. La conseguenza più ovvia è che in alcuni casi ci sarà sovraesposizione, in altre situazioni alcune porzioni dell’immagine potrebbero essere in sottoesposizione.
Fare foto HDR vuol dire sostanzialmente fondere in un’unica fotografia con gamma dinamica elevata, diverse immagini (dell’identica inquadratura). L’immagine finale che si ottiene attraverso questo processo conterrà tutti i dettagli che si sarebbero persi nelle parti sovra esposte e in quelle sottoesposte.
Ecco il primo valido motivo che risponde alla domanda “perché fare foto HDR”. Esempio classico: sei in montagna, vuoi fotografare un soggetto particolare con il sole alle sue spalle. In una situazione del genere la fotocamera non è in grado di equilibrare la luce, per l’eccessiva differenza di esposizione tra il soggetto e lo sfondo. Con la fotografia HDR si elimina questo problema.
Procedere è davvero immediato:
La prima mossa per fare foto HDR è impostare la fotocamera in modo da fotografare con la tecnica fotografica del bracketing: individuiamo la funzione Auto Exposure Bracketing (AEB, opp BKT).
Cosa significa scattare una foto con la tecnica del bracketing? Significa scattare più foto in sequenza della stessa immagine utilizzando però differenti esposizioni (si parla anche di “esposizione a forcella”):
Il numero delle fotografie sotto e sovra- esposte è un parametro che puoi decidere tu in base alla tua fotocamera. Viene da sé che più foto avrai da unire insieme, più informazioni conterrà il tuo risultato finale. Oltre al numero di fotografie in sequenza, potrai impostare anche l’intervallo di esposizione, che di solito è di +- 1 EV, ma può essere modificato anche a +-0,3 EV o +-0,7 EV.
Se hai la fortuna di avere una delle più recenti reflex full-frame, allora c’è la possibilità di impostare il bracketing fino a sette esposizioni (da -3 a +3). Neanche a dirlo… più immagini ci sono, migliore è la resa finale.
Se non hai una fotocamera che supporta il bracketing, come fare foto HDR è una domanda ancora più lecita. E la risposta è relativamente semplice: puoi creare manualmente gli scatti consecutivi con una esposizione a forcella “manuale”. Sarà sufficiente scattare una foto correttamente esposta, una/due sotto-esposte e una/due sovra-esposte. Ovviamente dovrai utilizzare un cavalletto e possibilmente un telecomando per lo scatto a distanza. Così facendo limiterai il rischio di cambiare inquadratura o di creare vibrazioni che rendono le immagini poco nitide.
Riassumendo:
In questo modo, senza ricorrere al più comodo bracketing, avrai comunque a disposizione tre o più scatti diversi da fondere insieme.
Il bracketing – in inglese, raggruppamento – scatta tre foto: la prima (mi rifaccio all’esempio della montagna) avrà la giusta esposizione per il panorama che sta sullo sfondo, la seconda avrà un’esposizione che in qualche modo cercherà di mediare i due piani dell’immagine, la terza avrà un’adeguata esposizione per il soggetto che sta a pochi metri dall’obiettivo.
Esempio di paesaggio in HDR estremamente artefatto
Una volta che abbiamo a nostra disposizione una serie di immagini in sequenza, che si differenziano solo per l’esposizione, possiamo procedere con la loro combinazione attraverso l’utilizzo di un software. Esistono numerosi software che creano immagini HDR. Il consiglio che posso darti e che vale per la maggior parte dei software, è utilizzare immagini con esposizioni ben distanziate (1 o 2 EV). In questo modo otterrai migliori risultati. Più avanti vedremo brevemente con utilizzare un software specifico per l’unione di più scatti per creare immagini HDR.
Partiamo da presupposto che i software di creazione di files HDR funzionano bene se noi gli diamo i giusti files su cui lavorare.
Il nostro compito primario diventa perciò fare in modo di scattare 3, 5 7 fotografie in sequenza che risultino di buona qualità e che abbiano le caratteristiche idonee per poter essere lavorate e unite dal software.
Perciò durante le fasi di scatto dobbiamo tenere presenti alcuni consigli molto utili, che ti riassumo di seguito:
Panorama cittadino in HDR
Come ho anticipato poco più su, una volta acquisite le tue immagini in sequenza con differenti esposizioni, dovrai occuparti fare il “merging“, ovvero di unirle insieme, fonderle in una unica immagine. Per fare ciò dovrai operare quindi in post-produzione, utilizzando uno dei tanti software per la creazione dell’HDR.
Ci sono diversi programmi per fare foto HDR – Dynamic Photo-HDR, EasyHDR PRO, Fusion, GIMP, Photosphere, HDRGEN– ma Photomatix Pro è dai più riconosciuto come il migliore software in questo campo. Il suo punto di forza è la semplicità unita a dei risultati di grande impatto grafico. Del programma esiste la versione Pro e quella Light, entrambe a pagamento. Ma potrai comunque scaricare la versione trial per provare il programma per 15 giorni e vedere se ti convince.
Anche se non ho l’ambizione di procedere con un tutorial vero e proprio, ti mostrerò a grandi linee come funziona Photomatix Pro, il software che ho provato per fare foto HDR.
Aperto il programma, ecco comparire un menù laterale dove andrai a selezionare Open (da cui cercare il nome dei file che ti interessano).
Oppure potrai:
Passo 1: apertura dei file scattati in bracketing
Una volta trovati i files da lavorare, si apre una finestra in cui sono visibili i tre scatti (o di più, nel caso tu abbia impostato altri parametri) che il programma andrà a unire, dando vita a un’immagine HDR. Nel mio esempio ho selezionato dei files Raw (o NEF), ma Photomatix Pro supporta diversi tipi di files.
Passo 2: apertura files prescelti.
Clicca su “Choose Merge options” (in verde in basso a destra) e si apre la finestra sotto riportata, in cui si possono attivare diverse opzioni per l’editing delle immagini:
Da qui in poi, spazio alla tua creatività.
Passo 3: seleziona le diverse opzioni disponibili. Poi clicca su Align (che allinea e immagini) & Show Deghosting: una finestra che ti farà scegliere per il deghosting Automatico o manuale.
È a questo punto che la domanda “come fare foto HDR” ha la sua prima, grossolana, risposta: in una ventina di secondi o poco più – il tutto dipende dal tuo computer e dal formato di immagine – sarà pronta l’anteprima dell’immagine HDR. L’anteprima non è definitiva: su di essa potrai intervenire per risolvere alcuni problemi.
Primo tra tutti l’effetto ghosting. Il ghosting si crea quando si muove qualcosa nelle immagini scattate in sequenza. Può essere una persona, un animale, le foglie….
Nel momento in cui si uniscono le immagini con il merging si crea un effetto mosso.
Proprio per ovviare a questo problema, tutti i software di merging hanno una funzione di “deghosting”, che ritaglia e riallinea tutte le fotografie.
Photomatix Pro. Schermata in cui è possibile correggere l’effetto ghosting
Al termine del deghosting clicca ok. Si aprirà una finestra in cui potrai settare HDR, colore, e tutti i presets (vedi “All Styles” sulla destra)
Photomatix Pro. Anteprima dell’immagine. A destra: finestra dei preset HDR
Finalmente ci siamo.
Come fare foto HDR è alla sua fase finale, quella più creativa e soddisfacente: siamo all’anteprima dell’immagine. Ovviamente non è detto che ciò che vedi sia sempre l’esito sperato. Proprio per questo ti consiglio di giocare un po’ con i settaggi predefiniti (All Styles), posti a destra dell’immagine. Ti basterà scorrerli dall’alto al basso per provarli un po’ tutti. Inoltre potrai modificarli a tuo piacimento usando i settaggi alla sinistra dell’immagine.
Photomatix Pro ha questo di bello: permette di vedere in anteprima quello che succede alla nostra foto in tempo reale. E soprattutto senza conoscere alla perfezione tutti i comandi del pannello.
A questo punto non ti resta che cliccare su “Finish” per ottenere la tua immagine HDR.
Photomatix Pro. Confronto tra foto esposta correttamente (a sinistra) e risultato del merging, ovvero unione delle tre foto con diversa esposizione (a destra)
Esempio di foto HDR secondo due presets differenti. Il primo HDR ha un effetto più naturare, il secondo HDR invece è un po’ più “artefatto”
Sperando di avere replicato in modo soddisfacente alla domanda “come fare foto HDR”, rimane ora il tentativo di dare una risposta alla domanda: perché fare foto HDR? In realtà, osservando il processo di “fusione” di diverse immagini, una ragione di fondo è già chiara: mediare le esposizioni di uno stesso identico scatto serve a rendere il tutto più equilibrato.
Estendendo il discorso a tutti i device che da qualche anno fanno parte della nostra vita, in primis gli smartphone, la risposta è più tecnica: fare foto HDR è come sopperire a un limite qualitativo, quello dei sensori delle fotocamere degli smartphone. In questo caso, diversamente da quanto visto sopra, basterà settare la funzione HDR per avere subito un esito immediato (merging automatico) e ottenere ottime foto HDR Iphone o foto HDR Android.
Esistono quindi due approcci alla fotografia HDR: uno automatico, tipico delle funzionalità degli smartphone, uno manuale (diciamo così, per capirci) che ho descritto nel dettaglio.
Personalmente non sono un fan di colori fantasmagorici, né di super contrasti spettacolari (e surreali). Eppure fare foto HDR può tornare utile in alcuni casi visti poco sopra.
D’altra parte sviluppare in camera bianca un file HDR è un’esperienza talmente soggettiva che non ne troverai mai uno uguale all’altro.
Per chiudere il quesito “perché fare foto HDR”, il mio personale consiglio è questo: se il tuo fine è quello di fare fotografie il più possibile aderenti alla realtà, usa l’HDR con dei settaggi soft, non molto spinti. Se invece la tua idea di fotografia è (anche) quella di un’arte manipolabile a fini artistici e parente stretta della grafica allora… fare foto con l’HDR sarà a dir poco entusiasmante.