Quando dobbiamo scattare una fotografia, ci troviamo a impostare tre parametri fondamentali per ottenere una corretta esposizione: gli ISO, il diaframma e il tempo di esposizione. Ma in base a cosa li scegliamo? Ovvero: che cosa ci fa scegliere di usare un diaframma più chiuso o più aperto, oppure il tempo più corto o più lungo?
Tutto dipende dalla luce che è presente sulla scena che vogliamo fotografare. Per fare ciò abbiamo a disposizione un formidabile strumento che serve a misurare la luce: l’esposimetro.
L’esposimetro è un aiuto indispensabile per ottenere in modo semplice una fotografia esposta correttamente. Nella stragrande maggioranza delle situazioni di scatto non avrai assolutamente nessun problema se ti affiderai completamente a quanto ti indicherà l’esposimetro. Ma ti suggerisco comunque di non fidarti ciecamente dell’esposimetro, perché non è infallibile!! E più avanti ti spiegherò perché e quando “sbaglia”.
Qui di seguito vedremo insieme quanti tipi di esposimetro esistono, come funziona l’esposimetro, come misura la luce, e soprattutto come si interpreta.
Cominciamo!
Gli esposimetri si dividono in due tipologie, a seconda del tipo di luce che misurano, ovvero luce incidente o luce riflessa:
Le fotocamere digitali hanno l’esposimetro interno, utilizzano perciò il metodo della lettura della luce riflessa dal soggetto stesso. In questo caso molte variabili possono influire: in primis il materiale di cui è fatto il soggetto colpito dalla luce.
Invece, l’esposimetro esterno misura la luce presente sulla scena, indipendentemente soggetto.
L’esposimetro esterno, come dice il nome, è esterno alla fotocamera.
Esempio di come si presenta un esposimetro esterno.
E’ un oggetto a se stante, usato soprattutto dai fotografi professionisti, che viene utilizzato per misurare la luce incidente, ovvero quella luce che proviene dalla fonte di luce che illumina la scena e che colpisce il soggetto che vogliamo fotografare. Possiamo anche dire che misura la luce che cade sulla scena.
Molto probabilmente, a meno che non sia una tua reale esigenza, non ti troverai mai a usare un esposimetro esterno per misurare la luce di una scena; ma trovo che sia giusto che tu sappia come funziona. Non si sa mai.
Come devi fare in pratica per usare un esposimetro esterno?
Mettiamo il caso che tu debba fare un ritratto. Prima di tutto devi comporre la foto nel modo più efficace possibile, magari posizionando il tuo soggetto in base alla regola dei terzi. Poi devi misurare la luce per scattare una fotografia esposta correttamente: per fare ciò devi posizionare il tuo esposimetro esterno di fronte alla tua fotocamera, accanto al soggetto che vuoi fotografare; sull’esposimetro è presente una semisfera bianca, che misura la luce che cade sul soggetto. Devi tenere l’esposimetro con la sfera rivolta verso la tua fotocamera. L’esposimetro in questo modo suggerisce i parametri per impostare tempo e diaframma sulla tua fotocamera per procedere poi allo scatto.
Il vantaggio più importante che può darti l’esposimetro esterno è che la sua misurazione della luce non è condizionata dalle caratteristiche del soggetto stesso, come ad esempio il suo colore o il materiale di cui è costituito. Inoltre ti permette di misurare correttamente la luce anche nel caso in cui la scena sia illuminata da più fonti luminose, come accade in uno studio fotografico, quando ci sono diverse fonti di luce a illuminare il set fotografico.
L’esposimetro interno è quello della tua fotocamera, anche chiamato esposimetro TTL (“through the lens”, ovvero “attraverso le lenti”, perché misura la luce che attraversa le lenti dell’obiettivo). Ormai tutte le fotocamere moderne sono dotate di un esposimetro, che è diventato indispensabile.
Per calcolare la luce, devi semplicemente puntare l’obiettivo della tua reflex verso l’immagine che vuoi fotografare. La luce riflessa sulla superficie del soggetto viene misurata, passando attraverso l’obiettivo, dal sensore.
Poiché la luce che viene rilevata dall’esposimetro interno è una luce riflessa, ha lo svantaggio di venire condizionata dalle caratteristiche del soggetto che devi fotografare. Ad esempio dal suo colore, o dal materiale. Se il tuo soggetto è scuro, riflette meno luce, perché ne assorbe gran parte; un soggetto molto chiaro, invece, ne riflette molta.
Vediamo come funziona l’esposimetro e come quantifica la luce.
L’esposimetro della fotocamera è tarato sul grigio medio (detto anche grigio 18% perché riflette il 18% della luce). Questo significa che restituisce un valore medio di luce. Per semplificare: durante la misurazione della luce, l’esposimetro riporta i colori troppo chiari al grigio medio, e fa lo stesso con i colori più scuri, falsando quindi l’esposizione della scena:
In entrambi questi casi può essere utile usare la “compensazione dell’esposizione”.
Proprio per il motivo visto poco fa, ovvero che l’esposimetro è tarato su un grigio medio, non puoi fidarti ciecamente dell’esposimetro, perché in alcune situazioni non sarà un buon consigliere, e ti spingerà ad avere fotografie sovraesposte o sottoesposte. Perciò devi cercare di valutare volta per volta a seconda della scena che ti trovi a fotografare, e se necessario, cercare di ricorrere ai necessari aggiustamenti.
Ti porto alcuni esempi tipo, per capire meglio ciò di cui ti sto parlando: devi fotografare una scena con neve. Se ti affidi solo all’esposimetro ottieni una neve color grigio; ciò accade perché l’esposimetro rileva tanta luce riflessa bianca, pensa che la scena sia sovraesposta, e quindi si corregge sotto-esponendo. Per ovviare a questo problema puoi usare il pulsanti della compensazione dell’esposizione e compensare di 1 o due stop per ottenere una bella neve bianca.
Lo stesso vale se vuoi fare una foto high key, ovvero con bianchi pieni e brillanti. Il trucco è usare la compensazione dell’esposizione aumentandola di 1 stop.
L’esposimetro TTL, ovvero quello che misura la luce attraverso l’obiettivo della tua fotocamera, può essere impostato in modo da rilevare la luce solo dove vogliamo noi.
Esistono diverse modalità in cui l’esposimetro misura la luce:
La modalità di rilevazione e misurazione della luce definita “ponderata centrale” legge la luce su tutta la scena, fa una media, ma dà più importanza alla zona centrale.
Forse è il sistema più sofisticato.
L’esposimetro in questo caso misura la luce su tutta la scena. Scompone la scena in diverse zone e poi fa una media delle diverse letture della luce e calcola la migliore esposizione.
L’esposimetro rileva la luce solo in un punto (spot) specifico. E’ una rilevazione molto precisa, soprattutto perché puoi essere tu stesso a scegliere il punto in cui l’esposimetro dovrà rilevare la luce.
La modalità di misurazione dell’esposizione spot è molto utile quando una scena contiene forti differenze di illuminazione tra sfondo e soggetto principale. Ad esempio per un soggetto in controluce con la fonte di luce alle spalle. Sia che tu voglia ottenere una fantastica silhouette, sia che tu voglia esporre correttamente il tuo soggetto, l’esposimetro in modalità di misurazione spot è quello che più ti può aiutare.
Se l’esposimetro della tua fotocamera fosse infallibile, sarebbe sempre tutto molto semplice, a prova di bomba. Ma come ti ho spiegato prima, purtroppo non è così, perché l’esposimetro è tarato sul grigio medio. Questo significa che restituisce un valore medio di luce.
Quindi, visto che è difficile valutare la corretta esposizione guardando sul display della tua fotocamera l’immagine che hai appena scattato, è assolutamente necessario imparare a usare l’istogramma.
L’istogramma ci comunica la luminosità di una scena.
Puoi controllare nel manuale d’uso della tua fotocamera come impostare la vista dell’istogramma, così da poterlo visionare ogni volta che fai una scatto. Ti starai domandando perché è importante controllare l’istogramma. Te lo spiego subito: perché l’occhio umano, adattandosi alle condizioni di luce in cui si trova in un tempo impercettibile, ti inganna! E ti impedisce di avere uno sguardo obiettivo
Ma l’istogramma no! E’ oggettivo. Perciò prendi l’abitudine di osservarlo dopo ogni scatto, ti sarà di grande aiuto.
L’istogramma non mente! Però non va semplicemente letto; va interpretato.
L’istogramma è composto dagli assi cartesiani, in cui l’ascisse (la riga orizzontale) indica la quantità di grigio (da 0 a 255), e l’ordinata (la riga verticale) indica la quantità di pixel per ogni quantità di grigio. E’ un grafico a barre che indica i valori di luminosità presenti sulla tua immagine. L’altezza delle colonne rappresenta il numero di pixel che hanno la stessa luminosità.
Il lato a sinistra, vicino allo zero, indica il nero (ovvero le ombre); dal lato opposto, vicino al 255, indica il bianco (le luci). Nel centro ci sono i mezzi toni.
Perciò, volendo semplificare:
Tendenzialmente, se una foto è ben esposta, il nostro istogramma andrà da sinistra a destra, e concentrerà la maggior parte dei pixel al centro.
Tre casi tipo di istogramma
Queste sono ovviamente indicazioni di massima. Perché, se voglio fotografare una montagna completamente ricoperta di neve, è intuitivo che il mio istogramma sarà schiacciato più sulla destra a causa della forte presenza di bianchi, ma non per questo la fotografia sarà bruciata.
Lo stesso vale per una fotografia di un cielo notturno: otterrò un istogramma tutto spostato a sinistra, ovvero verso i neri; ma questo è ovvio, visto che la maggior parte dei pixel saranno neri.
Impostazioni della tua fotocamera come il bracketing, ovviano a problemi di esposizione in tutte quelle situazioni particolari che possono trarre in inganno l’esposimetro.
Il bracketing, ad esempio, anche definito “esposizione a forcella”, oltre a considerare l’esposizione suggerita dall’esposimetro, espone anche 1 EV in meno (sottoespone) e 1 EV in più (sovraespone). In questo modo hai più possibilità che almeno una fotografia sia scattata con l’esposizione corretta.
Come avrai capito l’esposimetro ci facilita indubbiamente la vita quando dobbiamo impostare la nostra fotocamera per ottenere uno scatto esposto nel modo più corretto.
Le fotocamere moderne hanno tutte al loro interno l’esposimetro, e ormai non potremmo più farne a meno.
Ma poiché l’esposimetro restituisce un valore medio della luce, va interpretato alla luce della foto che stiamo scattando, e se necessario “corretto” attraverso la compensazione dell’esposizione.
Aggiungo: senza dimenticare di dare uno sguardo all’istogramma ogni volta che avrai scattato una fotografia.
Prendi questo modus operandi come abitudine:
In questo modo eviterai di perdere “lo scatto della vita”