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LA "SENSIBILITA' ISO"

Il concetto di sensibilità ISO di un fotocamera esiste fin dai tempi dell’analogico.

Tuttavia le macchine fotografiche digitali  lo hanno rivoluzionato da un punto di vista pratico.

Il significato di sensibilità (o velocità) ISO  comunque è sempre lo stesso: sta ad indicare la quantità di luce che una pellicola (o il sensore della tua digitale) è in grado di assorbire in un certo tempo:

  • Sensibilità più alte indicano che, a parità di tempo, viene assorbita più luce.
  • Sensibilità più basse indicano che, a parità di tempo, viene assorbita meno luce. 

E, naturalmente, questa capacità di assorbire più o meno velocemente la luce ha delle conseguenze … Ma questo lo vedremo fra poco.

Ora, procediamo con ordine …

Sensibilità ISO ai tempi dell’analogico

Ora, molti guardano con nostalgia ai vecchi tempi della fotografia analogica, e spesso hanno anche ragione di farlo.

Ma con le vecchie analogiche caricavi una pellicola con un certo valore ISO e se poi, cambiando la situazione di scatto, te ne serviva un altro, dovevi cambiarla.

La cosa era decisamente poco pratica, e anche parecchio costosa.

Con le moderne macchine fotografiche digitali, anche entry level, basta invece schiacciare un pulsante o girare una rotella per cambiare istantaneamente la velocità ISO del sensore, con un grande guadagno sia in termini di praticità che in termini economici.

E non solo.

Mentre le pellicole fotografiche arrivavano a una sensibilità ISO comunque abbastanza limitata, con costo crescente mano a mano che essa aumentava, adesso si arriva a sensibilità altissime. Ed è pure gratis, perché non c’è la pellicola!

Questo però, non è del tutto un bene …

Problemi con gli ISO? Forse c’è un motivo

I principi della sensibilità del sensore digitale sono esattamente gli stessi della pellicola analogica.

Ma in termini di utilizzo, il digitale ha cambiato completamente il workflow fotografico anche sotto questo aspetto.

Purtroppo però, come spesso capita in fotografia, troppa semplicità può essere controproducente. 

Perché il fotografo digitale, prima di scattare, pensa molto meno del suo antenato analogico. E mi ci metto anch’io, non è che sia solo un tuo problema.

E così molte persone, quando iniziano la loro avventura nel mondo della fotografia, hanno qualche difficoltà a gestire il concetto di sensibilità ISO della loro fotocamera.

Non tanto per quanto riguarda il concetto degli ISO per séquanto piuttosto per ciò che riguarda il loro utilizzo all’interno degli altri elementi tecnici che condizionano uno scatto.

In questa piccola guida allora, destinata al principiante, cercherò allora di darti alcune idee di base su come vanno utilizzati.

Eviteremo dunque i discorsi su come è costruito un sensore, su come lavora il processore della fotocamera, su cos’è una scala logaritmica, e via dicendo. Per queste cose ti rimando a un ottimo (e complicatissimo) articolo su wikipedia.

Qui ci concentreremo invece su alcuni aspetti che contano più degli altri.

ISO, diaframma, tempi

Come abbiamo detto, gli ISO indicano la sensibilità alla luce del sensore della tua macchina fotografica, e sono un elemento chiave dell’aspetto finale che prendono le tue fotografie.

Infatti, insieme all’apertura del diaframma e al tempo di esposizione, essi costituiscono il cosiddetto “triangolo dell’esposizione”, che determina la quantità di luce che viene catturata dal sensore.

Questa quantità di luce catturata è la somma di due grandezze diverse:

  • La quantità di luce che raggiunge il sensore, la quale dipende dall’apertura del diaframma e dal tempo
  • La velocità di reazione del sensore alla luce stessa, che dipende appunto dagli ISO del sensore stesso.

Siccome però mi hai sentito parlare finora degli ISO sia in termini di sensibilità che in termini di velocità, credo sia opportuno chiarire la cosa.

Nota: ISO e velocità della pellicola (o del sensore)

Sentire parlare di velocità della pellicola fotografica o del sensore può averti creato un po’ di confusione, perché quando si parla di velocità in fotografia ci si può riferire a molte cose diverse.

Allora, pensa la cosa semplicemente in questa maniera: una volta che una certa quantità di luce raggiunge il sensore, esso la assorbe con una certa velocità, e quella velocità è indicata dal numero di ISO. 

In questo senso quindi, sensibilità del sensore e velocità del sensore sono termini equivalenti, ed entrambi si riferiscono ai valori ISO.

Ma cosa esprimono, in soldoni, questi valori?

Capire i valori ISO

In generale:

  • più è basso il valore ISO -> meno è sensibile il sensore -> più luce è necessaria -> maggiore devono essere l’apertura del diaframma e/o il tempo di scatto
  • più è alto il valore ISO -> più è sensibile il sensore – > meno luce è necessaria -> minori devono essere l’apertura del diaframma e/o il tempo di scatto

Ora, i concetti di “più o meno luce” non aiutano molto.

Per focalizzarli in maniera precisa e misurabile devi allora fissare due idee:

  • La scala ISO di una macchina fotografica si muove a potenze di 2. Quindi, tipicamente, parte da 100 (sensibilità minima) per poi muoversi a 200, 400, 800, 1600, e così via, fino alla sensibilità massima del sensore.
  • Le tre grandezze del triangolo dell’esposizione (ISO, apertura diaframma, tempo) si muovono l’una rispetto all’altra in maniera inversa, con potenze di 2. Ogni movimento viene chiamato STOP (vedi il concetto di STOP in fotografia)

Cosa significa il secondo punto?

  • Che ad ogni scatto di valore in avanti, è necessaria esattamente la metà della luce dello step precedente.
  • E ad ogni scatto di valore all’indietro, è necessaria esattamente il doppio della luce dello step precedente.

Quindi, se raddoppio gli ISO, posso dimezzare l’apertura del diaframma, o anche dimezzare il tempo di scatto. E viceversa.

E questo, come vedremo negli esempi seguenti, è dannatamente importante quando fotografi!

Esempi di utilizzo degli ISO

Sei al matrimonio di un amico, in chiesa, con poca luce, e scatti a ISO 100.

Possono succedere due cose:

  • Per far sí che il sensore riceva abbastanza luce, aumenti il tempo di scatto, e le foto ti vengono tutte ben illuminate, ma irrimediabilmente mosse.
  • Per evitare che le foto vengano mosse abbassi il tempo di scatto e le foto vengono “ferme” ma irrimediabilmente scure.

Cosa fai per evitare che si verifichino queste situazioni?

Passi da ISO 100 a, per esempio, 800: in questa maniera, avendo moltiplicato la sensibilità per 8 (cioè, avendo detto al sensore di reagire alla luce in maniera 8 volte più veloce), potrai diminuire il tempo di scatto di ben 8 volte, e le tue foto verranno sia luminose che “ferme”! (Un’altra maniera di esprimere questo movimento è utilizzare gli STP. Da 100 a 800 ci sono 3 stop, quindi posso mantere la stesse esposizione compensando di 3 stop con diaframmi  e tempi)

Analoghe situazioni si verificano continuamente, non solo in caso di foto in interni, ma anche all’aperto e con buona luce, come per esempio nelle foto d’azione.

Mettiamo tu voglia “congelare” l’apertura alare di un falco in volo, e che per farlo debba scattare con velocità 1/2000 sec, se no la foto verrà mossa.

Ma a 1/2000 sec, anche in esterno, con ISO 100 la foto verrà comunque buia! Allora li alzi quanto è necessario, e il gioco è fatto.

Meno evidente, ma altrettanto importante, è la relazione con l’apertura del diaframma: stai fotografando al tramonto, con poca luce, non hai un treppiede e vuoi la massima profondità di campo.

Per ottenerla devi chiudere il diaframma, e questo fa passare meno luce verso il sensore.

L’unica cosa che puoi fare, nuovamente, per avere:

  • la profondità di campo che desideri
  • la foto “ferma”
  • e la luce sufficiente

è alzare gli ISO!

Semplice no? Beh, no.

Infatti aumentare gli ISO ha un “prezzo” caro in termini di qualità dell’immagine; questo prezzo si chiama “rumore digitale“, e si manifesta come un aumento della dimensione dei “grani” di cui è fatta l’immagine.

(Se desideri approfondire  altre cause di “rumore”, leggi l’articolo sul rumore digitale)

Si tratta di un problema che puoi ridurre già cominciando dalla scelta della fotocamera.

L’eterno dilemma: definizione o sensibilità ISO?

Manterrò la promessa  fatta di non addentrarmi in tecnicismi sui sensori, ed in questa parte vedremo solo un aspetto molto semplice, ma determinante quando devi scegliere una macchina fotografica.

Vedi, il sensore di una macchina fotografica è fatto da tanti piccoli elementi chiamati fotodiodi, ognuno dei quali corrisponde a un pixel.

Ora:

  • Più sono numerosi i fotodiodi (o pixel) più è alta la definizione.
  • Più un fotodiodo è grande, più luce è in grado di catturare, e quindi meglio si comporta in situazioni di scarsa illuminazione.

Quindi, se è vero che comprando macchine con tanti megapixel (che è la tendenza di oggi del mercato) ottieni grande definizione, è anche vero che avrai più problemi di rumore digitale.

Ed è anche uno dei motivi per cui i sensori full frame sono in generale migliori di quelli a formato ridotto: essendo più grossi possono contenere allo stesso tempo fotodiodi più numerosi e più grandi.

Quindi, se ti capita di scattare spesso in condizioni di luce scarsa, non esagerare coi megapixel, e se puoi compra una full frame.

Fotografare con gli ISO giusti

Anche se, con le moderne tecniche di post-produzione, il rumore digitale può essere in parte corretto, un buon fotografo ha una regola d’oro: cercare di mettersi sempre nelle condizioni di scattare al più basso valore di ISO possibile.

Se infatti nel piccolo schermo della tua fotocamera i grani di rumore digitale non si notano più di tanto, appena ingrandisci la foto il rumore digitale emerge in tutta la sua bruttezza.

Quindi, anche se la tentazione di usare gli ISO come passepartout per correggere qualunque situazione di scatto è fortissima, non cedere!

O ti ritroverai con una marea di foto sgranate.

Il tuo primo obiettivo quindi deve essere cercare sempre, o creare quando è necessario, le condizioni di luce ottimali per scattare a valori ISO bassi!

Possibilmente a 100, che è il valore considerato ottimale.

Questo significa, per esempio:

  • lavorare bene col flash
  • scegliere le ore giuste del giorno
  • avere obiettivi luminosi
  • utilizzare il treppiede
  • avvicinarti ai soggetti ….

Insomma, analizzare la situazione e pensare la tua fotografia prima ancora di scattare.

In ultimo, se proprio non riesci a trovare la quadra giusta, prova a trasformare le difficoltà in una risorsa artistica.

Per esempio, una evidente sgranatura può essere usata per dare un tocco vintage a una fotografia in bianco e nero.

Tinka by Nikola Drndarevic on 500px.com, sensibilità iso

Sgranata ma non male, vero?

O puoi tenere lo stesso gli ISO bassi perché decidi che un bel mosso artistico, come nel panning o nell’ Intentional Camera Movement, sia preferibile a una foto corretta ma tremendamente sgranata!

Gli ISO insomma, come qualunque altro aspetto tecnico della tua macchina fotografica, non devono mai trasformarsi per te in un limite, ma devi vederli come una risorsa.

Perché il segreto di ogni appassionato di fotografia è questo: tutto può essere trasformato in una occasione per un buon scatto.

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