Uno dei vantaggi di una reflex è che puoi sfruttare la vasta gamma di obiettivi disponibili per scegliere quello più adatto alla situazione che hai di fronte; in questa scelta è fondamentale considerare per prima cosa la lunghezza focale dell’obiettivo stesso, poiché ad essa sono legate molte importanti variabili.
Ma di che cosa si tratta esattamente?
Senza addentrarci in inutili tecnicismi sui sistemi ottici, le prime 3 cose da sapere sulla lunghezza focale di un obiettivo sono che:
A seconda della lunghezza focale poi, si individuano 3 categorie principali di obiettivi:
Infine, un obiettivo può avere
Ogni lunghezza focale, come abbiamo visto sopra, ha un effetto su una grandezza che si chiama angolo di campo. E che è molto utile per spiegare il funzionamento delle differenti focali.
L’ “angolo di campo” è ciò che puoi vedere attraverso il mirino con quell’obiettivo montato. Nella grafica qui sotto, sono ben rappresentate le stesse situazioni di cui abbiamo parlato sopra:
Guarda l’immagine: mano a mano che aumenta la lunghezza focale si restringe l’angolo di campo
A seconda dunque del tipo di foto che devi fare, converrà scegliere una lunghezza focale differente.
Nel farlo però, devi tenere conto di un terzo elemento: la dimensione del sensore su cui viene catturata l’immagine.
Prima dell’avvento delle reflex digitali, il sensore era costituito dalla pellicola fotografica, che tipicamente aveva un formato da 35 mm per fotogramma.
Non tutte le reflex digitali però, per motivi economici e pratici, adottano questo formato standard. Soprattutto i modelli più commerciali utilizzano infatti un sensore più piccolo.
E se il sensore è più piccolo, succede che una parte cioè di quello che l’obiettivo vede viene sì convogliata dalla lenti verso il sensore, ma cade al di fuori di esso. Come se ritagliassimo il campo visivo davanti a noi.
Il risultato è che, quando il sensore è più piccolo, il soggetto che fotografiamo risulta più vicino e più grande.
Esattamente come se stessimo usando un obiettivo con distanza focale maggiore.
Ma di quanto maggiore?
Ce lo dice il crop factor!
Il “crop factor” è in pratica un numero che indica di quanto devi moltiplicare il formato del sensore più piccolo per arrivare al formato standard.
Diversi tipi di reflex hanno diversi sensori, e quindi diversi crop factor (1,3; 1,6; 2; ect).
Per esempio, Nikon
Ora, cosa succede se metto un obiettivo con lunghezza focale da 50mm su una macchina fotografica che ha un sensore con crop factor di 1,5?
Succede che devo moltiplicare anche la lunghezza focale dell’obiettivo per 1,5! E quindi, anche se sto scattando con un obiettivo da 50mm, in realtà ho il risultato di un teleobiettivo da 75mm (50×1,5=75).
Quindi, anche se come abbiamo detto all’inizio, la lunghezza focale è una caratteristica intrinseca di ogni obiettivo, le dimensioni del sensore possono di fatto influenzarne il risultato.
Vediamo adesso come quello che abbiamo visto finora incide sulle tue scelte fotografiche.
Le caratteristiche delle differenti lunghezze focali influenzano il tuo modo di fotografare. Per esempio:
In tutti i casi, se il sensore non è standard, dovrai tenere conto del crop factor. Che potenzierà l’effetto dei teleobbiettivi (per esempio, rendendo un obiettivo 200mm performante come un 300!), ma ridurrà le prestazioni dei grandangolari (proprio perché li rende meno grandangolari).
In ultimo, un chiarimento utile per i principianti, che tendono a identificare lo zoom con il teleobiettivo.
Come anticipato ad inizio articolo, ci sono obiettivi che possono offrire una unica lunghezza focale, e si chiamano ottiche fisse.
E ci sono obiettivi che possono offrire più lunghezze focali, e sono chiamati “zoom”.
Gli obiettivi zoom sono molto popolari perché molto pratici: se l’inquadratura non ti piace, invece di spostarti avanti e indietro, o cambiare con un’ altra focale fissa, ti basta ruotare il polso.
Certo, l’effetto non è esattamente lo stesso; ma la disquisizione in proposito è troppo lunga per trattarla in questo post.
Quello che mi preme invece, è marcare la differenza fra zoom e teleobiettivo.
Poiché infatti la maggior parte degli zoom raggiungono lunghezze focali molto grandi, si tende all’inizio ad assimilarli ai teleobiettivi.
Tuttavia esistono zoom che non sono tele. Un tipico esempio e l’obiettivo 18-55. E un altro un po’ più particolare è il 10-24mm f/3,5-4,5 , che è uno zoom ultra-grandangolare: va da 10mm, che è una focale grandangolare estrema, a 24mm, che è un grandangolo standard.
Per capire quale obiettivo utilizzare ci vuole tempo ed esperienza, sotto forma di migliaia di scatti.
Al di là degli aspetti tecnici che abbiamo discusso in questo articolo, e che ti invito a verificare sul campo con delle prove, ci sono secondo me tre concetti fondamentali da focalizzare sulla lunghezza focale:
Ogni obiettivo infatti, a seconda della situazioni, ha i suoi pro e i suoi contro. Imparare a bilanciarli e a scegliere è il primo passo del mestiere/passione del fotografo.
Se vuoi comunque alcune regole di base da cui partire nella tua scelta, rispetto ai genere fotografici principali tieni presente che:
Come dicevo però, queste sono solo regole di base: una volta che avrai messo a punto i tuoi workflow e avrai capito che tipo di effetti creativi puoi ottenere nelle diverse situazioni, ti capiterà di usare con successo lunghezze focali non caratteristiche, ottenendo risultati interessanti.