Che si tratti di fotografare i tramonti sul mare, in città o fra i monti, poche cose sono più suggestive che soffermarsi a guardare i cambiamenti di tonalità che si creano nel cielo mentre il sole sta calando.
Per questo ogni fotografo professionista o semplice appassionato ha provato, almeno una volta, ad immortalare lo spettacolo di colori e sfumature che soltanto un tramonto sa donare.
Sole, cielo e qualche nuvola. All’ora del tramonto basta poco per ottenere colori molto suggestivi.
Eppure fotografare i tramonti non è affatto semplice, proprio perché le condizioni di luce sono “estreme”!
Esistono tuttavia numerosi accorgimenti e trucchi del mestiere che potranno aiutarvi …
In un tramonto tipicamente ci sono zone luminose (il sole e la parte immediatamente vicina ad esso) e zone molto scure.
Una corretta esposizione è pertanto indispensabile per evitare di “bruciare” oppure annerire zone intere dell’immagine.
Vediamo come fare, partendo prima dalla semplice modalità automatica e passando poi alla manuale.
Teoricamente non dovreste avere problemi, perché la macchina fotografica calcolerà lei stessa l’esposizione ottimale.
Se però dovesse capitarvi di riscontrare una differenza sostanziale dei colori osservati dal vivo con quelli riproposti dalle vostre istantanee, sappiate che il problema è uno soltanto: con ogni probabilità gli automatismi della vostra fotocamera sono settati male.
Se fra i programmi dovesse comparire la sezione “Tramonti” provate allora con quella e controllate la qualità delle foto scattate in questo modo: qualora il risultato fosse accettabile, avrete risolto metà dei vostri problemi!
L’unico limite, come sempre quando si fotografa in automatico, è che non otterrete quello che volete voi, ma quello che vuole la fotocamera.
Qualche volta le due cose coincidono, altre volte no.
Se regolate direttamente voi diaframma e/0 tempi, potete dare libero spazio alla vostra creatività, ma c’è anche il rischio di fare errori grossolani.
Per evitarli, soprattutto se siete alle prime armi, vi consiglio di procedere così:
Sottoesposizione, sovraesposizione, esposizione perfetta. Tre esempi di letture dell’istogramma.
Seguendo l’iter descritto riuscirete ad ottenere fotografie di tramonti corrette, qualche volta anche spettacolari.
E svilupperete la giusta sensibilità necessaria ad uscire dagli schemi una volta che abbiate fatto sufficiente pratica.
Ma proseguiamo con gli aspetti tecnici fondamentali.
Mantenetevi fra i 100 e i 200 ISO finché il sole sarà ancora visibile (o almeno o sia una piccola porzione dell’astro).
Quando, invece, il sole sarà completamente tramontato ma la maggior parte dei colori riflessi nel cielo saranno ancora visibili, vi toccherà aumentare la sensibilità fino a 400 o 800.
Fate attenzione a non esagerare però, o la vostra foto si riempirà di rumore digitale.
Utilizzando un treppiedi, potrete allora abbassare gli ISO aumentando il tempo di esposizione, senza correre il rischio di incappare nel micromosso.
N.B. Per capire cosa sono gli ISO e come gestirli al meglio, potete leggere l’articolo sulla velocità ISO.
Nel caso disponiate soltanto di una fotocamera compatta o di un semplice smartphone, scorrete i vari programmi disponibili e controllate che non ve ne sia anche uno dedicato ai tramonti. Lo strumento in questione simula le medesime operazioni appena illustrate
Qualora non esistesse la modalità “foto tramonto” e ogni foto mostrasse colori troppo chiari o slavati, dovrete attivare la modalità “Compensazione dell’esposizione”, impostandola su -1 o -2 EV.
Viceversa, se i colori sono troppo scuri, potete compensare impostando su +1 0 + 2 EV
Se scattate in formato Raw non ne avrete bisogno: potrete lavorare sulla corretta esposizione in post-produzione.
Quando vi trovate di fronte ad un tramonto, il primo step è decidere cosa fotografare, ovvero scegliere il soggetto della foto: ciò che si vuol raccontare tramite quella precisa immagine.
Chi è il protagonista della vostra foto?
Potrebbe essere il sole stesso, ma anche il mare, il cielo, o la silhouette di una persona davanti a voi …. Le possibilità sono infinite, ma voi dovete scegliere uno e un solo protagonista.
Solo in questa maniera la foto diventerà davvero interessante.
Vi consiglio un accorgimento importante:
chi desidera dare maggior risalto al sole, dovrà fare in modo che questo appaia più grande ed occupi una posizione di rilievo nella fotografia. Per ottenere l’effetto suggerito, è necessario ricorrere ad una focale tele: 300 o 400 mm sono appena sufficienti per dare il giusto risalto al disco solare.
Attenzione: questo tipo di foto vanno realizzate utilizzando lo schermo LCD, non il mirino. Guardare il sole direttamente dal mirino è molto pericoloso per la retina.
Un po’ come avevamo visto nell’articolo su come fotografare la luna, non tentate quello che la vostra attrezzatura non vi consente.
Quindi, se non avere con voi una focale di quel tipo, concentratevi, più che sul sole al tramonto, sull’intero paesaggio, o su un suo elemento a voi vicino.
Il sole potrà comunque fare bella mostra di sé lontano, sullo sfondo.
Un bell’esempio di quello che vi ho appena descritto: il soggetto è a pochi passi dall’obiettivo, il sole è sullo sfondo, impreziosito da un notevole effetto bokeh.
Quando si fotografa al tramonto, (e in generale con una fonte di luce dietro al soggetto), vale sempre la pena realizzare qualche suggestiva foto di silhouette.
Per ottenere una silhouette dovrete esporre esattamente all’opposto di come vi ho detto prima: misurate l’esposizione cioè non in una zona di luminosità media, ma molto molto vicino al sole.
Poi ricomponete sul vostro soggetto e scattate; in questa maniera esso verrà completamente scuro, circondato però dall’alone di luce del tramonto.
Silhouette al tramonto eseguita magistralmente. Riprendere il vostro soggetto frontalmente o di schiena lo fa apparire come una “macchia” scura con poca forma. Non è necessariamente sbagliato, dipende da cosa volete comunicare. Ma certamente un soggetto di profilo, proprio perché si tratta di un’ombra, appare molto più dinamico in una silhouette.
Abbiamo visto finora:
Se il vostro obiettivo primario invece è ottenere una resa molto elevata di tutti i particolari presenti nell’immagine, le operazioni necessarie diventano sensibilmente più complesse.
Il motivo?
La differenza di luminosità che intercorre fra il cielo e gli elementi situati nella parte inferiore dell’immagine è troppo ampia per poter essere gestita dalla gamma dinamica del sensore.
Quindi, per esempio:
Le soluzioni percorribili per ovviare a questo problema sono essenzialmente due:
– Usate un filtro ND graduato. Si tratta di filtri grigi digradanti, utilizzati per assorbire la luce soltanto su metà del fotogramma. L’oscuramento, pertanto, riguarda solo metà della foto, a differenza dei semplici filtri ND. In questa maniera posso aumentare il tempo di esposizione per far “uscire” i particolari nelle zone d’ombra nella parte bassa della foto, mentre “schermo” la parte alta (cioè il cielo, dove ci sono le luci).
– Catturate due diversi scatti (entrambi realizzati mediante il supporto di un treppiede): uno esposto sugli elementi luminosi del tramonto e quindi sul cielo, le nuvole e i colori; e l’altro esposto sugli elementi scuri, cioè quelli che stanno a terra. In un secondo momento, potrete poi fondere i primi e i secondi in una sola immagine, mediante un programma di fotoritocco. Così facendo, otterrete un risultato davvero sorprendenti, a patto che abbiate un minimo di dimestichezza con i programmi di fotoritocco più diffusi.
Foto al tramonto o foto notturna? Direi che siamo al limite. Potete essere sicuri però che questa immagine è frutto della sovrapposizione di due scatti in photoshop.
Quando avevo 21 anni ed ero in Australia, ho visitato Ayers Rock, fermandomi a dormire per una notte in un ostello là vicino.
All’ora del tramonto c’erano, credetemi, centinaia di persone con l’obiettivo puntato contro la montagna, mentre essa si riempiva dei riflessi rossi del sole che calava dietro di essa.
Mi appostai dietro tutti loro e, invece di fotografare il tramonto sul monolito, con la mia macchinetta feci una bellissima foto di qualche centinaia di culi, schiene e nuche rivolte verso l’enorme roccia.
Ne venne fuori uno dei mie scatti preferiti, e a distanza di vent’anni ancora mi mangio le mani per averlo perso, perché chissà quando ci torno, ad Ayers Rock.
Tuttavia, il bello di fotografare tramonti è che non è necessario fare tanti chilometri, né dover attendere giorni e giorni prima che il fenomeno si verifichi (cosa che invece capita per le eclissi di luna e di sole).
E’ possibile anzi fotografarli in qualsiasi momento dell’anno ed in qualsiasi zona vi troviate, senza differenze!
Certo, il tramonto sul mare a Santorini, il tramonto nella Monument Valley in Arizona , o quello ad Ayers Rock in Australia sono esperienze per le quali vale la pena risparmiare qualche soldino e organizzarsi.
Tuttavia non sottovalutate una foto al tramonto nella vostra città, fra le vostre montagne, sul vostro mare.
Sono luoghi che conoscete bene e dove potete continuamente tornare.
E questo è un enorme vantaggio quando si tratta di cercare e trovare lo scatto perfetto.
In certe location è facile farsi prendere un po’ la mano ed esagerare con la saturazione dei colori : ))) Sei là e chissà quando ci torni, viene un po’ di ansia da prestazione.
Come abbiamo visto, soprattutto se si scatta in modalità manuale, il treppiede è uno strumento indispensabile per fotografare i tramonti, perché vi permette di fare esposizioni più lunghe evitando il micromosso.
Ora, usare bene un treppiede è meno facile di quel che uno pensa, per cui vale la pena ripassare alcune regole di base:
Naturalmente, più piana è la superficie su cui riuscite a montarlo, meglio è. E nei tramonti sul mare, se possibile, fate di tutto per evitare di montarlo sulla sabbia della spiaggia, dove è particolarmente impegnativo ottenere stabilità.
Come sempre, un controllo di scatto remoto aiuterà moltissimo a non muovere il sistema macchina fotografica / treppiede una volta che siano messi in posizione.
Se hai bisogno di aiuto , vai all’articolo su come si sceglie il treppiede.
Negli anni addietro, tantissimi fotografi paesaggisti erano soliti fotografare i tramonti utilizzando pellicole per luce artificiale fredda (comunemente dette “neon”)
Così facendo, era possibile ottenere una variazione della gamma dei colori dal giallo/rosso all’indaco/violetto, garantendo ai propri scatti effetti a dir poco spettacolari, sebbene quasi apocalittici
Se gradite l’effetto, potreste provare anche voi.
Vi basta semplicemente scattare in RAW e poi, in fase di sviluppo, modificare il bilanciamento del bianco, scegliendo fra i tanti bilanciamenti disponibili quello per luce artificiale fredda (vai ad articolo sul bilanciamento del bianco)
Il consiglio è quello di non esagerare, considerato anche che questo procedimento tende a stancare rapidamente, a causa dei colori innaturali ottenuti.
Questo ci porta ad un aspetto importante, che anche se questo è un tutorial di base credo valga la pena trattare.
In termini di composizione le fotografie dei tramonti non presentano particolari differenze con quelle che ritraggono paesaggi normali.
In definitiva, occorre mantenere il più pulita possibile la foto, eliminando tutti (o quasi) gli elementi di disturbo presenti in essa.
Ricordate insomma che, come quasi sempre in fotografia, meno è meglio.
Per ottenere uno scatto suggestivo e caratterizzato da colori e sfumature interessanti, gli elementi dovranno essere pochi e tutti facilmente riconoscibili
In questa fase può tornare utile applicare la cosiddetta regola dei terzi, soprattutto se il sole (che resta l’elemento più forte e quindi in grado di attirare subito lo sguardo dell’osservatore) fa parte dell’inquadratura.
Cos’è la regola dei terzi? si tratta di un accorgimento impiegato per secoli dai pittori e tuttora diffuso in fotografia. Consiste nel dividere l’immagine in terzi e porre il soggetto in uno dei punti di intersezione delle linee.
Così facendo l’immagine risulta più dinamica, ma allo stesso tempo armonica.
Oggi, questa regola è diventata talmente popolare che molte macchine fotografiche sono state dotate di mirini con una griglia di suddivisione in terzi, in modo da aiutare il fotografo a posizionare in maniera corretta il soggetto all’interno dello scatto.
Qui il fotografo ha fatto un uso davvero non banale della regola dei terzi, impiegandola su più livelli, e completando la composizione con la fuga prospettica della passerella sul lago. Davvero una bella immagine di tramonto!
Un altro aspetto da tenere in considerazione è che spesso, nelle foto di tramonti, molti colori non appaiono, e diventa dunque importante conoscere alcune delle regole di composizione e degli elementi formali che contraddistinguono le foto monocromatiche.
Come sempre, questo è solo l’inizio.
Per procedere, dovete ora prendere la vostra macchina fotografica e il vostro cavalletto e uscire a scattare.
Con la consapevolezza che fotografare i tramonti significa molto di più delle poche regole e suggerimenti che avete appena letto.
Uno stesso tema, o addirittura uno stesso soggetto nelle medesime condizioni può essere fotografato in mille modi diversi.
In alto, un bella foto di tramonto sul mare, molto classica. In basso, un altro tramonto sul mare, interpretato in maniera completamente diversa, con una foto altrettanto bella.
Perché in fotografia non c’è limite all’interpretazione e alla fantasia, ed è questo il suo bello.